Quando il viaggio è la follia!

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Turismo di massa e folliaQuando si parla di turismo di massa a volte lo si fà con tono dispregiativo indicando con questa parola un viaggio “incolto” che non apporta nessun apprendimento o vera esperienza.In realtà non sempre è così, turismo di massa di per sè può significare semplicemente che il turismo è diventato un fenomeno alla portata di (quasi) tutti e che quindi si è esteso alla massa. E in questa massa poi ci sono le varie differenziazioni. Altre volte, invece, effettivamente ci sono dei viaggi che poco hanno a che vedere con la vera natura del viaggio. Ma non è precisamente di questo che voglio parlare in questo post, ma di un interessante libro che mette, in qualche modo, in relazione il Turismo di massa con le malattie mentali, o perlomeno può indirizzare verso una riflessione di questo tipo!
Il ibro in questione è opera di Ian Hacking un filosofo canadese specializzato in filosofia della scienza, professore universitario e scrittore.
Il titolo  è : “I viaggiatori folli: Lo strano caso di Albèrt Dadas“.
Il testo ha come  protagonista prinipale la figura di Dadas affetto da una malattia chiamata “dererminismo ambulatorio” che, a partire dal 1886, scatenò una sorta di epidemia in tutta la Francia e poi anche in Italia, Germania e Russia.
Tutto nasce da una tesi di medicina del 1887 di Philippe Tissié che si sviluppa appunto sul caso si Albert Dadas.
In questo libro, Hacking, mette in luce uno studio sulla comparsa e il difficile riconoscimento dei sintomi psichiatrci insieme a tutti quegli elementi (sociali,politici e culturali) che la possono accompagnare.

Ma chi era Albert Dadas e in cosa consisteva la sua malattia mentale?
Albert Dadas era un operaio di Bordeaux che durante la sua normale vita in diverse occasioni improvvisamente partiva verso mete casuali, macinando chilometri e chilometri a piedi o anche in treno o in navi cargo.
Le sue mete hanno toccato città come Vienna, ma anche Mosca e Costantinopoli, ma la cosa interessante è che al suo ritorno non ricordava assolutamente nulla del suo viaggio o al massimo aveva ricordi confusi e annebbiati.
Questi viaggi non portavano a nulla, nè a nuove esperienze, nè a scambi culturali, nè tanto meno a qualche altra forma di apprendistato.
Semplicemente nello scorrere della sua vita a volte sentiva un bisogno che lo costringeva a lasciare tutto e partire per il suo viaggio senza coscienza.
Egli fù poi seguito da Tissié che utilizzo anche l’ipnosi nel cercare di scorpire gli angoli nascosti dei suoi “viaggi”,studio che portò alla scoperta di una nuova malattia mentale: il determinismo ambulatorio appunto.
Questa malattia rientra nelle malattie mentali transitorie, cioè malattie che si presentano  in un dato momento per poi sparire completamente o ripresentarsi in un altro istante.

Hacking spiega questo fenomeno adottando la metafora della “nicchia ecologica”, secondo la quale ci sono alcuni fattori che possono determinare la nascita di una malattia mentale e quando poi questi vengono meno, si estinguono alnche le malattie.
Da qui possono nascere una serie di relazioni con tante altre malattie mentali transitorie facendoci scoprire che in realtà abbiamo una certa familiarità con esse e che secondo Hacking sono il fruto di aspettative, timori, frustrazioni, sogni del nostro mondo attuale che si tramutano quindi in malattie come l’anoressia, personalità multiple, sindrome da affaticamento cronico etc…
In questo modo può nascere anche un collegamento al Turismo di massa, inteso come un Viaggio il cui solo scopo è viaggiare senza coscienza.
Viaggi generalizzati e compulsivi dai quali si possono rivedere, se pur in maniera differente, i viaggi di Albert Dadas.

Credo che questo sia molto interessante, anche come punto di partenza per una riflessione sul ruolo del turismo nel nostro mondo moderno.
Ogni viaggio è un esperienza unica che và ad allargare la nostra mente, accrescere le nostre conoscenze, ci riempe di voglia di vivere e ci appaga in tutti i sensi.
Il viaggio è una scoperta che non ha prezzo, ma che spesso davvero sta diventando una “follia“…viaggi senza senso, senza sapere perchè si sta andando in un certo luogo, senza veri scambi culturali, senza scoperte e dettati solo dallo shopping, dal seguire la “massa” o peggio ancora per turismo sessuale (altra drammatica piaga …che spesso  và a toccare anche i minori).
Ognuno di noi dovrebbe cogliere il vero senso di un viaggio che è poi un viaggio nella e della nostra vita…non lasciamoci sfuggire la possibilità di vivere realmente un’esperienza così meravigliosamente unica cogliendone tutte le sfaccettature più vere e più profonde.

Ian Hacking- I viaggiatori folli.Lo strano caso di Albert Dadas- è un libro presente nel catalogo Carocci. Link IBS
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