COP16 e Cambiamento climatico

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Nonostante le molte polemiche e veli di pessimismo riguardo al COP16 tenutosi a Cancùn, Messico, parte dell’evento si è concentrato anche sul contributo del turismo nell’ambito della lotta al cambiamento climatico.
Tralasciando gli altri aspetti, abbondantemente trattati da altri blog/siti, di questa manifestazione, vorrei mettere in evidenza che vi è stato anche un evento parallelo organizzato dal Ministero del Turismo Messicano e dall’ UNWTO intitolato “Tourism’s response to climate change: What’s next?”, in cui sono stati sottolineati i progressi realizzati dal settore turistico per mitigare il suo impatto sul cambiamento climatico.All’apertura della manifestazione il presidente del Messico, Felipe Calderón, ha affermato:
“il turismo è perfettamente compatibile con l’ambiente”, focalizzando sul fatto che il turismo deve associarsi all’ambiente. Parole che potrebbero risultare essere un pò azzardate, ma vanno a puntare proprio al problema: Turismo e ambiente devono essere due parole che possono stare insieme.
Difatti,Calderon, ha poi continuato dicendo che la crescita economica non deve andare a discapito dell’ambiente. Come dire, il turismo porta sì occupazione e crescita economica, ma allo stesso tempo può anche adattarsi e mitigare il cambiamento climatico. Anche Gloria Guevara, Ministro del Turismo Messicano, ha dichiarato che le risorse naturali possono e devono coesistere con il Turismo evidenziando che in Messico il turismo rapresenta il 9% del PIL e 7 milioni di posti di lavoro tra diretti ed indiretti. Il suddetto Turismo, inoltre, per gran parte è generato proprio grazie alle risorse naturali di cui il Messico dispone, le quali vanno protette sia per preservare la bio-diversità e sia per sostenere il turismo.

Su questo tema il Ministero del turismo Messicano e l’UNWTO, nel loro evento parallelo, hanno presentato il lavoro svolto sia dal settore turistico pubblico che da quello privato in merito alla diminuzione di emmisione di gas nocivi, pericolosi per l’effetto serra, alla promozione dell’adattamento per le imprese e le destinazioni, e agli investimenti in nuove tecnologie insieme al supporto di Paesi in via di sviluppo tramite finanziamenti.
In particolare è stato messa in rilievo la maggiore vulnerabilità di alcuni Paesi in via di sviluppo agli impatti devastanti del cambiamento climatico, come innalzamento del livello del mare, carenza di risorse idriche , distruzione delle barriere coralline e scarsa sicurezza alimentare.
Il segretario generale dell’UNWTO, Taleb Rifai, ha ricordato la necessità di adottare un approccio globale al turismo, mostrandosi preoccupato per alcune politiche sulle emissioni, in particolare dei trasposrti aerei, sopratutto per i  Paesi in via di sviluppo.
UNWTO ha inoltre evidenziato il suo lavoro, in tema di aviazione, con la Internal Civil Aviation Organization (ICAO) e l’United Nations Enviroment Programme (UNEP) per ridurre le emissioni a livello globale insieme al progetto Hotel Energy Solution, volto  ridurre il consumo energetico, e quindi aumentare l’efficenza energetica e l’uso di energie rinnovabili in hotel e altre strutture ricettive di piccole e medie dimensioni.

Ricordo che l’industria turistica, nel suo complesso, concorre al 5% delle emissioni globali di CO2, della cui percentuale il 40% è dato dai trasporti aerei (a livello globale rappresenta il 2% delle emissioni di CO2), il 32% dalle auto e il 21% dalle strutture. La sfida, e l’invito , è di riuscire  ad affrontare il cambiamento climatico per uno sviluppo sostenibile.

Tante parole si spendono e tanti progetti vengono presentati. Al momento il problema, però, resta.

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